Le note disciplinari: La strategia di un prof.





Parliamo ancora una volta di Bartolomeo Theo Di Giovanni, conosciuto come Theo Scalzo 44, poeta, filosofo,  un insegnante che cerca sempre strategie innovative per invogliare gli allievi allo studio e alla conoscenza. Quest’anno è la seconda esperienza di insegnamento alla scuola primaria, un tempo erano le scuole elementari.

Theo caro, mi ha fatto piacere la nostra chiacchierata, che oramai è una consuetudine, e soprattutto sono rimasta sorpresa da questo tuo nuovo modo di spronare i tuoi alunni attraverso note di merito. Tu, sicuramente, sei uno dei pochi che non usa la penna rossa, e questo è un altro elemento aggiuntivo, direi una forma nuova di pedagogia, tu non sottolinei l’errore ma cerchi di fare comprendere che è proprio l’errore un mezzo di crescita.

Ti lascio la parola.


Grazie Mena, dialogare con te è sempre un piacere.

Ti ringrazio per gli elogi, non so se li merito, credo dovrebbe essere la norma, ma ognuno ha il sacrosanto e indiscutibile metodo di insegnare. Mi ritengo fortunato perché in questi due anni ho lavorato con colleghi di straordinaria preparazione e soprattutto umanità. L’empatia è una dote che dobbiamo imparare a imbastire, il mondo è troppo veloce per fermarsi ed ascoltare le emozioni dell’altro.

Non mi piace scrivere note di demerito e disciplinari, prediligo esortare i giovani a coltivare la propria autostima, soprattutto ad incoraggiarli, a fargli capire che l’insegnante non è un nemico ma è la figura che vuole ciò che è bene per ciascun discente.

La penna rossa l'ho sempre detestata, quando sul quaderno mi accorgo di un errore dico : "Bravo hai sottolineato il modo per non sbagliare", per esempio, quando si scrive la "è" invece che la "e" congiunzione, correggo lo studente con una frase dell’inventore della lampadina: “Ragazzi ,sapete ,Edison, quando riuscì a creare la lampadina, disse che aveva sperimentato novantanove modi per non creare una lampadina, significa che tutti gli errori gli hanno permesso di capire che alcuni procedimenti, una volta imparato , non servono più.” Pertanto o faccio scrivere la frase corretta, o lo faccio io con la biro, nera o blu.

Posso permettermi di dire che sei il primo docente della Campania a non scrivere note disciplinari ma solamente di encomio?


Primo credo di no, sicuramente ci sono altri colleghi che utilizzano questo metodo ma preferiscono non esporsi, io lo faccio perché dobbiamo spolverare alcune metodologie oramai obsolete, e non dipende né dai colleghi, né dai alcuni dirigenti, non aggiungo altro.

Forse fa comodo essere il gregge di pastori che della istruzione se ne fregano. I giovani non hanno colpa, vanno ascoltati, accolti, ma il sistema non va!

E come sempre ringrazio le colleghe con le quali ho lavorato e sto lavorando. L’anno scorso al Plesso Belvedere di San Giuseppe Vesuviano, ricordo indelebile, meravigliosa esperienza, sai Mena, siamo rimasti in ottimi rapporti, spesso ci si incontra ed è sempre un piacere.

Anche adesso mi è andata molto bene, svelerò successivamente la scuola dove sto prestando servizio. Ogni cosa a suo tempo.

Grazie, grazie sempre.


Grazie a te carissimo Theo, anche nel tuo lavoro aggiungi note di poesia.