Gustavo Adolfo Rol: l’uomo che voleva unire il mondo con l’amore

 



C’è un pensiero di Gustavo Adolfo Rol che, ogni volta che lo rileggo, mi rapisce il cuore:


 “Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell’amore che non abbiamo donato. L’amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l’eternità.”


In queste parole c’è tutta la grandezza e la semplicità di un uomo che ha trascorso la vita cercando il divino dentro le persone, non nei cieli lontani.

Rol non parlava come un mistico che vuole convincere, ma come un amico che invita a ricordare qualcosa che in fondo sappiamo già: che siamo fatti per amare, non per accumulare.


Nato a Torino nel 1903, Gustavo Rol è stato banchiere, pittore, musicista, ma soprattutto ricercatore dell’invisibile.

Non fondò scuole né scrisse libri: eppure, la sua presenza bastava.

Chi lo incontrava raccontava di sentirsi cambiato, come se per un istante si aprisse una finestra su un’altra dimensione della realtà.


Diceva di aver scoperto, durante un soggiorno a Marsiglia, un rapporto tra il colore verde, la quinta musicale e il calore — un’armonia segreta che lega l’universo.

Da quel momento la sua vita si trasformò in un laboratorio dello spirito.

Non faceva magie, come qualcuno ha scritto: sperimentava la legge dell’amore, quella vibrazione che può mutare la materia e guarire le anime.


Molti testimoni parlano di fenomeni straordinari, oggetti che apparivano, guarigioni inspiegabili, pensieri letti come pagine aperte.

Ma Rol non amava lo stupore:


“Non sono io a fare queste cose. È Dio, è l’amore che agisce attraverso di noi.”


E in quella frase c’era tutta la sua modestia, e la consapevolezza di essere solo uno strumento tra Cielo e Terra.


Rol parlava spesso ai giovani. Li esortava a immaginare un futuro in cui le nazioni non fossero divise da confini, religioni o interessi economici, ma unite da un solo ideale: la fratellanza universale.

Li chiamava “gli Stati Uniti del Mondo”.

Non era un progetto politico, ma una visione spirituale: un’umanità finalmente consapevole di essere una sola famiglia planetaria.


Oggi, che viviamo immersi in guerre, egoismi e poteri che si divorano a vicenda, le sue parole sembrano provenire da un tempo migliore o forse da un futuro che abbiamo smarrito.

Rol intuiva che l’unico vero progresso non è tecnologico, ma interiore.

E senza quell’evoluzione, ogni conquista dell’uomo resta sterile.


Rol vedeva nell’amore un’energia concreta, non un sentimento effimero.

Per lui era la sostanza stessa dell’universo, la forza che tiene insieme le galassie e gli esseri umani.

Diceva che ogni atto d’amore, anche il più piccolo, crea un’armonia invisibile che sopravvive oltre la morte.


E oggi, mentre l’umanità sembra aver sostituito il cuore con l’interesse, il suo messaggio risuona come un monito dolce ma fermo:

il tempo che abbiamo qui è breve, e nulla di ciò che è materia potrà seguirci.

Solo ciò che abbiamo amato — sinceramente, senza misura — ci accompagnerà oltre la soglia della vita.



Rol non lasciò scritti perché non voleva essere seguito, ma compreso.

Non cercava discepoli, ma anime sveglie.

Chi lo frequentò racconta che spesso, con un sorriso appena accennato, diceva:

 “Non dimenticate mai che tutto è uno.”


In quell’unità vedeva la chiave della salvezza umana: non più io e tu, ma noi.

Non più confini, ma condivisione.

Non più paura, ma amore.


Il mondo di oggi — schiacciato dal potere, dal denaro e da un progresso spesso senza anima — avrebbe bisogno di ricordarlo.

Perché se è vero che il tempo è limitato per tutti, è altrettanto vero che l’amore è eterno, e che ogni gesto di bene, ogni parola di luce, resta.

Si imprime nel tessuto invisibile dell’universo, e forse è proprio quello il vero miracolo di Rol: averci ricordato che siamo fatti per dare, non per trattenere.


Scrivere di Gustavo Rol significa scrivere di un uomo che non appartiene solo alla storia, ma all’anima del mondo.

Ci ha insegnato che la vita è un passaggio, non un possesso,e che, quando tutto il resto svanirà, l’amore che abbiamo donato sarà la nostra unica eternità.