Il mondo è un orrore, ma io non ci sto in silenzio

 




Guardati intorno, il mondo è  un orrore.

Guerre, fame, ingiustizie, occhi spenti, cuori svuotati.
Sembra che la violenza sia diventata normalità, che la crudeltà sia diventata cronaca,
che l’indifferenza sia diventata moda.

Palestina. Bambini sotto le macerie.
Israele. Ragazzi mandati al fronte a 18 anni.
E nessuno si ferma, nessuno ascolta.
Tutti gridano, ma nessuno ascolta.

Ucraina. Due popoli fratelli spezzati dall’odio,
dai giochi di potere.
E intanto, la gente muore.
E intanto, noi scrolliamo.

Stati Uniti: terra di libertà con le mani sporche di sangue.
Bambini uccisi a scuola dalle armi.
E ancora si discute se limitarle.
C’è più diritto a possedere un’arma che a curarsi.

In Africa si muore di fame. Ma anche di sfruttamento.
E noi chiamiamo “aiuto” ciò che spesso è solo controllo.

In India si prega, si danza, si ama.
Ma c’è ancora chi nasce marchiato come "inferiore".

In Cina si lavora senza diritti,
si vive sotto controllo,
si respira col permesso del potere.

In Brasile si taglia il polmone del mondo per soldi.
Si uccidono i difensori della terra, e noi applaudiamo la “crescita economica”.

In Russia si incarcerano le idee.
Si censura la parola. Si spegne il dissenso.
E intanto, si invadono confini.

E l’Italia?
Noi italiani che viviamo in mezzo a un patrimonio d’arte, di sole, di mare,
ma lasciamo che la bellezza venga sfigurata da corruzione, apatia,
superficialità.

Abbiamo dimenticato come si pensa.
Come si sogna.
Come si lotta.
Come si abbraccia.

Ma…
c’è ancora qualcosa che va.

C’è chi ama, anche in mezzo alla guerra.
Chi educa, anche se non ha libri.
Chi coltiva, anche se la terra è arida.
Chi scrive, anche se nessuno legge.
Chi cura, anche se non ha farmaci.

C’è ancora chi resiste.
Chi crede.
Chi spera.
Chi sogna.

E io non ci sto a dire che il mondo è solo un orrore.
Perché il dolore non va nascosto. Ma nemmeno lasciato solo.

Il mondo è un orrore, sì.
Ma è anche un grembo.
Può partorire rivoluzioni, poesia, luce.

Perché il cambiamento non arriva da chi urla,
ma da chi cambia
.
Da chi educa, da chi semina, da chi cura, da chi ascolta.

Io non voglio più vivere in un mondo
dove si muore per essere nati nel posto sbagliato,
dove si odia per ideologia,
dove si consuma per anestetizzarsi,
dove si vive di apparenze e si muore di solitudine.

Voglio un mondo dove si torna a vedersi.
A toccarsi.
A scegliersi.
A ricordarsi che siamo tutti esseri umani.
Nessuno escluso.

E se il mondo è un orrore…
allora io sarò una voce che non si spegne.
Una mano che si tende.
Un pensiero che disturba.
Un cuore che non si arrende.

Perché io, nel mondo,
voglio restare umana.


#menacirillo

#peace #noguerra  #consapevolezza