All'accademia il dito nell'occhio, Il regista Nico Mucci presenta "Visite"

 

Domenica 9 marzo, ore 18:30 presso l'Accademia il dito nell'Occhio di Ercolano,Niko Mucci, regista e attore presenta una sua pièces teatrale dal titolo " Visite" con Roberto Cortone , Marcella Vitiello , musiche di Luca Toller, foto di scena Giuliano Longone.


Sinossi

Una pièce teatrale. Due soli personaggi ed un abile, intrigante gioco di identità. Perché, come l’autore vuole farci intendere, chiunque può essere chiunque e, soprattutto,chiunque può immaginare di essere chiunque.


Londra. Prestigioso hotel cittadino. Cico un ricco uomo d’affari , è nella sua stanza. Apre la porta ad una donna. Lei è Raquel. Dice di essere la sorella del suo antico amico Paulo. Una donna piacente ed affascinante che giunge improvvisamente: "Ho visto sul Financial Times che eri qui, per questa riunione. E all’improvviso ho avuto voglia di vederti, di ascoltare la tua voce."


Cico e Paulo erano stati grandissimi amici. Si erano conosciuti a scuola, , e per anni avevano condiviso la loro vita. Poi un episodio, un pugno sferrato da Cico a Paulo li aveva allontanati, senza una parola, senza riconciliazione. Trentacinque anni di nulla e poi l’arrivo di Raquel. Sorella del suo amico. Ma Cico non l’ha mai vista, non ha mai sentito parlare di lei, non ha mai saputo che esistesse. Chi è?


Lei conosce dettagli essenziali del rapporto di amicizia tra Cico e Paulo. Descrive parole, luoghi, ricordi. Troppi. Dice di averli appresi da suo fratello ma Cico non sa crederle: “ Non me la bevo! Anzi, guarda: non credo a una sola parola di quello che hai detto. Ho molti difetti, ma non sono fesso. Non è facile raccontarmela, te lo assicuro.”

La verità. Ecco cosa vuole Cico. Perché quella donna è lì, davanti a lui? Perché gli sta raccontando tutte quelle storie?

Poi l’uomo capisce da sé. Ci sono pause di disagio

Rimandi di confessioni, ricordi, lettere mai spedite e rimproveri. Poi una musica sentimentale, come un’apertura nuova, immaginifica. Il teatro è moltiplicazione di tempi, di finzioni. Anche se apparentemente verosimili. Senza dubbio la scena teatrale è lo spazio privilegiato per rappresentare la magia di cui è intessuta anche la vita della gente: quell’altra vita che inventiamo perché non possiamo viverla davvero, ma solo sognarla grazie alle splendide menzogne della finzione.


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