Frida- Venezia è un inganno

 FRIDA - VENEZIA E' UN INGANNO

(Maria  Filomena Cirillo/Bruno Lanza/Gennaro Pranzile Jennypranz) 



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Il testo di questa canzone è come un ricordo che riemerge con la forza di un profumo dimenticato, un viaggio a ritroso nella memoria di un amore incompiuto, attraverso i simboli e le ombre di Venezia. In questo caso la città non è sfondo, ma metafora vivente: Venezia è l’amore stesso; bellissima, intricata, sfuggente, ambigua. Un sogno che diventa labirinto, una maschera che non si toglie mai del tutto. Il finale poi, sospeso tra silenzio, partenze e ricordi che non trovano pace, è cinematografico e struggente. “Ti amo ancora, sai?” pronunciato nel momento più sbagliato, quasi a voler fermare il tempo che scivola via come l’acqua tra le pietre.

A questo punto chiedo il supporto del Maestro Bruno Lanza, con il quale condivido pienamente l’idea che entrambi siamo stati felicemente travolti dalla profondità evocativa e dalla raffinatezza immaginifica che Mena Filo Cirillo ha saputo imprimere a questo lavoro. La sua scrittura non è semplice lirica, ma una trama finissima di emozioni, che accarezza l’anima e lascia sospese verità sussurrate. Mena è senza retorica la scintilla poetica che illumina i dettagli più segreti del sentimento, trasformando una canzone d’amore in una miniatura d’arte, in cui ogni parola pesa come una carezza che non giunge, ma che si trattiene nel ricordo.

Per me, questo brano non si ascolta soltanto: si avverte sotto pelle, come certe verità che ci sfiorano senza mai dirsi del tutto. 

Inoltre posso affermare senza temere smentite di nessun tipo, che questa canzone essendo "l'essenza del romanticismo" non si può sposare ai razionali, ai realisti, ai pratici, ai materialisti e ai freddi che sono evidentemente dispensati dall'ascolto.

Gennaro Pranzile