Giornate di Autunno 2025 del FAI
LA REALE VACCHERIA DI CASERTA
E IL TEMPIETTO DEL SANTISSIMO SACRAMENTO
(Jennypranz)
Tra le pieghe della grandezza borbonica, lontano dal fragore dei cortei reali e dal fasto della Reggia, esiste un luogo dove la storia si fa intimità: la Reale Vaccheria. È un nome che potrebbe far pensare a stalle e greggi, e in parte lo è. Ma dietro quel nome semplice si cela una filosofia di vita, un’idea di bellezza naturale che il Settecento volle custodire con delicatezza e sapienza.
Siamo nel cuore della Città di Caserta. Qui, Ferdinando IV di Borbone, affascinato dall’idea di un ritorno alla natura, volle creare un luogo di produzione agricola che fosse al tempo stesso esperimento e visione estetica. Nacque così la Vaccheria reale, un piccolo villaggio rurale costruito attorno a un ideale: unire il lavoro contadino alla grazia architettonica, l’utile al bello, il reale al simbolico.
La pietra chiara, i tetti bassi, le arcate armoniche, tutto parla di una ruralità ordinata, quasi teatrale, dove le mucche reali pascolavano sotto lo sguardo degli architetti di corte, e i contadini partecipavano, inconsapevolmente, a un sogno di civiltà illuminata. Era il Settecento delle idee, dei lumi, ma anche del sentimento: e in quella tenuta la monarchia borbonica trovò il proprio rifugio poetico, una fuga dal rumore del potere verso la quiete dell’essenziale.
Nel cuore di questo piccolo mondo sospeso, si erge il Tempietto del Santissimo Sacramento. Un gioiello. Un punto di silenzio e di luce. Lì, tra il verde e la pietra, la fede si fece architettura, e l’arte si piegò alla devozione. Le sue forme neoclassiche, eleganti e misurate, sembrano respirare con la terra attorno; è come se la grazia del tempio si riflettesse nei campi, rendendo sacro anche il lavoro più umile.
Entrarvi oggi significa ascoltare il respiro della memoria. Le volte bianche, le linee pure, la luce che filtra con pudore: tutto invita a fermarsi, a ricordare che la bellezza nasce quando l’uomo e la natura si incontrano nella stessa armonia.
La Reale Vaccheria e il Tempietto del Santissimo non sono soltanto testimonianze del passato: sono luoghi dell’anima, dove il tempo non è trascorso invano. Raccontano una Campania colta, sobria, visionaria. Raccontano Caserta non soltanto come la città della Reggia, ma come un paesaggio dello spirito, dove la storia si fa respiro e la pietra diventa preghiera.
Ed è forse per questo che chi vi giunge, anche solo una volta, porta via un silenzio diverso, uno di quelli che restano nel cuore, come un ricordo che continua a parlare anche quando non si sente più. Attualmente è sede della Polizia.
(Jennypranz)